MILANO – Fra 3 mesi esatti si comincia.. e 9 mesi fa il Festival 2019 si chiudeva con le polemiche e con le aggressioni verbali degni di una rivoluzione dopo l’annuncio del risultato delle votazioni a cui avevano partecipato le giurie tecniche, composte la prima da esperti di musica e spettacolo, e la seconda dai giornalisti accreditati nella sala stampa RAI al Teatro Ariston. La somma di esse ha ribaltato il verdetto del televoto a cui avevano partecipato gli spettatori da casa, insomma a prima vista il classico caso di popolo contro élite. Vai poi a spiegare con la dovuta moderazione che in un nessun altro festival serio del mondo il pubblico da casa può votare, e addirittura a Sanremo il suo peso incide per il 40% sulla classifica finale. Parole inutili contro la macchina dell’odio del sovranismo televisivo.

Forse gli Oscar sono assegnati col televoto? La Palma d’Oro del Festival di Cannes e il Leone d’Oro della Mostra del cinema di Venezia sono assegnati col televoto? No ovviamente, nel primo caso votano solo i selezionati membri dell’Academy Award e negli altri due le giurie composte da esperti nominati dai consigli di amministrazione degli enti di riferimento, a loro volta scelti dalla politica, questo bisogna dirlo, ma sarebbe impensabile un’altra soluzione, a meno che qualcuno non pensi al sorteggio.

Quindi ci si potrebbe domandare perché i telespettatori, organizzati o meno in fans club, che per loro stessa ammissione non sono esperti di musica e che dichiarano ancor prima di ascoltare i brani in gara che voteranno solo per il loro beniamino a prescindere da come eseguirà e interpreterà la canzone, possano avere così tanto peso. Tutto questo resta un mistero, con un indizio: il televoto porta nelle casse della RAI un sacco di soldi a cui l’azienda non può rinunciare, senza contare che con più spettatori coinvolti lo share sarà più alto e di conseguenza gli spot pubblicitari potranno essere venduti a un prezzo più elevato.

Queste considerazioni sono utili per giudicare il regolamento della prossima edizione che il nuovo direttore artistico Amadeus, forse per ingraziarsi subito le simpatie del pubblico, ha fatto approvare dalla RAI, diluendo il peso specifico delle cosiddette giurie degli esperti in favore del televoto, andando volutamente in direzione contraria a quello di tutte le altre principali competizioni del mondo, a cui invece il precedente direttore artistico Claudio Baglioni ha voluto ispirarsi nei due anni in cui ha condotto il Festival.

In breve, la novità più importante riguarda la rotazione delle giurie in ogni serata. Nella sezione Campioni ci sarà quindi una giuria demoscopica che vota il martedì, il mercoledì e il sabato; la Giuria della Sala Stampa che vota il venerdì e il sabato, il pubblico tramite il sistema del televoto che vota solo il sabato e quella composta dai musicisti e dai coristi dell’orchestra che vota il giovedì e il sabato. Nella serata finale i sistemi di votazione avranno questo peso: giuria demoscopica 33%; Giuria della Sala Stampa 33%; televoto 34%. Al termine della quinta serata verrà stilata una classifica delle canzoni determinata dalla media tra le percentuali di voto da queste ottenute nella quinta serata e quelle ottenute nelle serate precedenti. Dopo che i risultati di tutte le votazioni precedenti saranno azzerate, avrà luogo una nuova votazione delle 3 canzoni risultate ai primi posti nella classifica, a cui parteciperanno le giurie della quinta serata con pari peso.

Paolo Campiglio, inviato di Radio 1 al Festival di Sanremo

Le foto e le altre notizie sul blog