MILANO – Venti giorni fa abbiamo anticipato agli ascoltatori di Radio 1 New York l’annuncio, poi confermato dal direttore di Rai 1 Andrea Fabiano, che il prossimo Festival di Sanremo si sarebbe svolto dal 6 febbraio 2018 sotto la direzione artistica di Claudio Baglioni (clicca qui per l’articolo completo) e che a breve lo stesso Fabiano avrebbe firmato il nuovo regolamento della manifestazione.
Ecco, nel frattempo il consiglio di amministrazione della RAI ha silurato il direttore di Rai 1 e l’ha sostituito a tempo di record con Angelo Teodoli, che guiderà la rete ammiraglia lasciando libero Fabiano di sperimentare su altri canali i suoi format. Teodoli è un interno all’azienda, abituato ai riti e alle pressioni del servizio pubblico, profondo conoscitore del sistema in Viale Mazzini essendo stato vice-direttore di Rai 1 e poi direttore di Rai 2 (dobbiamo a lui Rocco Schiavone).
Con il duplice cambio di direttore di rete e di direttore artistico sono ancor più inevitabili le novità tipiche di un cambio di gestione, dopo i 3 anni di Fazio e gli altri 3 di Conti, che di fatto avevano la stessa impostazione e la medesima visione di Festival.
La rivoluzione principale della gara canora introdotta con la modifica del regolamento, annunciata da Baglioni in una finestra del Tg1, e qui si nota subito l’obbligo di sinergia tra reti e programmi imposta da Teodoli per far aumentare la curiosità e l’interesse intorno alla manifestazione, prevede l’addio alle eliminazioni. Non ci sarà, come nelle edizioni precedenti, quella pratica un po’ violenta del dover mandare a casa qualcuno. Ogni artista invitato a esibirsi sul palco dell’Ariston, sia nella categoria campioni che in quella delle nuove proposte, comincerà il Festival e lo finirà. Nessuno andrà via, nessuno dovrà fare le valigie. Ci sarà comunque un concorso con un vincitore e una classifica, ma questo renderà Sanremo simile a un festival del cinema.
Un’altra riforma è quella della serata dedicata alla riproposizione dei grandi successi del passato, nella quale gli artisti in gara interpretavano i brani più conosciuti. Quest’anno la situazione è ribaltata: saranno gli ospiti a riproporre le canzoni in gara, in forma di duetto o di trio con gli interpreti effettivi, per consentire una performance aggiuntiva, anche con un arrangiamento musicale diverso.
Nelle prossime settimane il team organizzativo dovrà sciogliere molti nodi e decidere praticamente tutti gli aspetti fondamentali, perché non sono state ancora confermate o sostituite le altre figure: il direttore della scenografia ad esempio (quest’anno ci sarà la scala, dove sarà messa l’orchestra, da dove entreranno i conduttori e i cantanti?) ma c’è incertezza anche per la scelta degli autori e quindi la linea editoriale con i contenuti che faranno capire il significato generale di questo Festival (nazional-popolare o con un più elevato spessore culturale?) che vedrà comunque la musica al centro, visto che è stato scelto un musicista e un cantautore come direttore artistico e conduttore. E poi ovviamente le vallette, le nostre fonti dicono queste 3.
Paolo Campiglio