SANREMO – È stato un Festival di Sanremo indimenticabile, capace di migliorare se stesso e di battere record di ascolti serata dopo serata. Il principale merito di questo straordinario successo va al direttore artistico Claudio Baglioni, che ha saputo costruire un grande e originale spettacolo televisivo mettendo al centro parole e musica, ma anche mettendo in gioco se stesso sul difficile e ineguagliabile palco del Teatro Ariston.
Insieme con Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino, che hanno dato una magnifica prova dei loro talenti, in un gioco di squadra che ha regalato momenti emozionanti, divertenti e anche di riflessione e non soltanto di comicità, a milioni di telespettatori, Baglioni ha portato Sanremo 2018 al trionfo nel segno della qualità e della modernità che – finalmente – stavolta la RAI è stata in grado di offrire con il lavoro eccezionale di ottimo cast artistico e tecnico, dal regista Duccio Forzano agli autori e ai musicisti della grande orchestra sinfonica di Sanremo che ha accompagnato tutti i 28 cantanti in gara nelle categorie dei campioni e delle nuove proposte e gli ospiti nazionali e internazionali.
La serata finale di quest’edizione è stata vista da 12 milioni e 125 mila spettatori con uno share del 58,3% e un picco d’ascolto di poco meno di 15 milioni alle 21:42.
Anche stavolta abbiamo avuto il privilegio di assistere dall’interno alla più importante e conosciuta manifestazione canora italiana. Dovete sapere che nel Teatro Ariston albergano due mondi: c’è il Teatro e c’è la Sala Stampa. In qualche video abbiamo potuto dimostrarvi che prendendo l’ascensore ci fanno credere che il teatro abbia solo due piani, ma quando sei arrivato su ti accorgi di essere al quinto piano, come in un film di spionaggio. Scherzi della Liguria, dei suoi pendii e terrazzamenti. La Sala Stampa sembra un bunker inaccessibile e anche lì, come in tutto il teatro, senza pass non si pass. Va esibito sempre, quando si entra e quando si esce, lo devi avere sempre appeso al collo e ricordarti di portare dietro un documento perché a volte, a campione, o su richiesta, chiedono di verificare la corrispondenza tra il nome riportato sull’accredito e l’identità del possessore. Qui si sono poco meno di duecento giornalisti incollati ai loro computer, che compongono anche la Giuria tecnica, tutti gli altri sono al Palafiori, davanti a noi c’è il maxi-schermo fisso su Rai 1 da cui filtra ogni istante del Festival e ai lati due grandi televisori con immagini in bassa frequenza per capire quando si sta per tornare in onda dopo un break di pubblicità. Le notizie e informazioni si conoscono qualche minuto prima, per dare la possibilità di scrivere l’articolo e metterlo subito on-line, ma sono sotto embargo fino alla comunicazione in diretta. Pena l’espulsione dalla sala.
Ah il Festival l’hanno vinto Ermal Meta e Fabrizio Moro con il brano “Non mi avete fatto niente” quello copiato per il 30% da un’altra canzone di due anni fa. Il Premio della Critica per la categoria campioni invece è stato assegnato a Ron con il brano “Almeno pensami” che ha ottenuto 25 voti tra i giornalisti della Sala Stampa, al secondo posto Ornella Vanoni con 19 voti e terzo Max Gazzè con 18 voti.
Paolo Campiglio con i contributi dell’ufficio stampa RAI e di Rai News 24